[ Il poeta e il musico: Intorno a Sebastiano Addamo e a Francesco Pennisi     di Riccardo Insolia]

 

Farfalle  ( per alcuni disegni di Domizio Mori)    -    da  Le linee mano  1983-1987  Garzanti - Milano 1990     

 

 1.

 

 Anzitutto le trovi d'improvviso, sembrano allegre.

Salgono dal basso, da qualche parte, dal lato oscuro.

L'inclemenza del giorno a volte le mette in fuga, d'in-

verno spariscono. Folle flora animata. Le grandi ale

già cautamente annunciano l'ombra che sono

 

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(il cuore della farfalla)

 

 2.

 

Sono multiple e dialettiche. Il fuoco fatuo, il lampo

azzurro e fulmineo della notte. Ciò che passa.

Il fiore più alto è il più maturo, il più bello. Il più

mortale.

 

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(danza di farfalle)

 

 3.

 

In fondo non puoi ignorarle. Seriche folate sorvola-

no il giorno, l'arcobaleno. Irrompono vive e dispera-

te. Rovistano la testa come mani sottili.

 

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  (seduzione)

 

  4.

 

Talvolta sono notturne.  Hanno corpi tozzi per resistere

 all'umido, e voli lenti caparbi, o veloci e sibilanti,

enfatici colori bruni e peluria viscida e lucente.  La

 lo vista suscita apprensione e allarme.  La presenza

assilla.  Spesso con l'occhio rotondo, in congiura da

angoli segreti, immobilmente fissano il nemico. 

La bocca è breve vorace e crudele. Ripara il guasto

dell'imminente sconfitta.  

 

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(danza di farfalla) 2

 

  5.

 

I disegni chiaramente liberty, sono sinuosi delibera-

ti e composti.  La natura imita l'arte. Si muovono agili

e senza apparente impaccio, scompaiono alla vista im-

paziente.

Quando agganciano la preda, incurvano il soffice cor-

po e con efficienza apprestano il movimento delle

zampe.

La cromatica simmetria delle al ha la perspicace im-

mobilità di schiavi affamati e vendicativi.

 

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(farfalla sul fuoco)

 

  6.

 

Qualche volta se ne trova qualcuna ai piedi di un gran-

de roveto.  Le ali sbrecciate ai margini, il corpo rin-

secchito e curvo, le zampe ritratte. I colori sbiaditi

e polverosi, un fossile vecchio di mille anni.  

 

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(la morte della farfalla)

 

  7.

 

Non hanno ossa.  Sono totali e scismatiche. Sospinte

dal bisogno hanno risalito il tempo e gli eventi, al cul-

mine della metamorfosi bilanciano la vita e la morte.

Sono laconiche, ma non hanno segreti. 

Il loro essere si manifesta nell'apparire, nella traspa-

renza maniacale delle membrane.  

 

 

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(farfalla ai bordi)

 

 8.

 

Vengono uccise trapassando la testa con uno spil-

lo. In questi casi si ha cura a infilzare la breve super-

ficie in mezzo agli occhi, tenere ben aperte le ali in

modo che l'ultimo strattone di agonia le pietrifichi,

le fissi nelle forme estatiche di vecchi fiori.  

 

 

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(insidia)

 

 9.

 

Il Nulla non è l’Assenza. Il Nulla è categorico e co-

strittivo. Immobile, privo di uguaglianze. L’Assenza

apre spiragli, è mobile e dolorosa. Il Nulla in via di

essere.

O ciò che è stato, il ricordo che spacca il tempo e lo

trattiene.

 

 

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(farfalla notturna)

 

 10.

 

Alcune cose arrivano a immalinconire: l'ebbrezza rapi-

da del volo; l'improvviso apparire e scomparire; il pre-

maturo silenzio dell'inverno; la resistenza delle loro

ali; i labirinti di filature e colori; la netta precisio-

ne della forma.  L'assurda fulminea indifferenza del-

l'esistenza mortale.

 

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(danza di farfalla) 3

 

 11.

 

Trasporta polline, si sa.  Allora la follia del suo volo,

i capricci di un'andatura senza meta, si inseriscono

in un ordine assoluto e categorico.

Il suo multiplo apparire non suscita allegria.  Sempli-

ce operaia laboriosa e estenuata, esplica con zelo il

suo mandato necessario. 

E una funzione: il dolore felice della materia che torna

comunque a costituirsi.

 

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(farfalle)

 

  12.

 

Senza predisposizione, evocano la perplessità amara

del bello e dell'oscuro, l'icastica incisività del futile.

 

 

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 (il cerchio della luce)

 

  13.

 

La loro morte è una questione di principio.  Bisogna

infatti ricordare da dove provengono per rendersi con-

to che esse non sono che approdo, la conclusione di

eventi necessari.

Un compimento.

Perciò l'annientamento è la loro realtà, la suprema

semplice didattica che nascondono.

 

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(farfalla antropomorfa)

 

  14.

 

Nelle rapide congiunzioni orbitano concentricamen-

te da confondersi, lontano lungo i rami più aspri e

folti, dove giunge l'estréma luce, fino all'ombra più

scura della notte, quando risuona il grido affamato

del lupo.

 

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(Arianna a Nasso)

 

 15.

 

La dissoluta perversione del volo. Una vena che si

rompe bluastra e pulsante; la mutazione del tempo;

la via senza uscita per il viandante; la mano di ghiac-

cio; la goccia d'etere che cade e si sperde.

L'acqua della chiusa che gorgoglia accorata, sgrovi-

glia echi nell'aria immobile.

 

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  (per un soffitto a volta)

 

16.

 

Il buio che avanza nel gelo metallico d'una stanza;

l'immobilità perfetta del cadavere; la luce ansiosa del

tramonto; un albero infracidito dal tempo; uomini ir-

ritati nella notte in cerca di puttane.

Questo neutro assembramento fa volgere il pensiero

verso il vago, capovolge il caso, insensibilmente sor-

prendere l'effimero, la rapidità d'un transito.

Il ritmo costante della Terra.

 

 

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(desiderio di farfalla)

 

 17.

 

Senza preavviso incidono silenzi e luce la vita è così

che ti sorprende all'angolo della strada, la blatta impaz-

zita sotto la luce improvvisa corre disperata a rintanarsi.

 

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(Adamo ed Eva)

 

18.

 

I traslochi si compiono di notte, come per ladri e col-

pevoli.  Trasmigrare è perdere. 

Ribaltano luce e notte nella loro evidenza di antite-

si.  L'inerte cammino di Zenone, il passo sempre ri-

schioso dove Cartesio dispose le sue domande.

 

 

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(Tu Titire)

 

gennaio – febbraio 1983  
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