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Luigi Dugo

Luigi Dugo è nato ad Avola, provincia di Siracusa. Attualmente vive ed opera a Lentini.  Numerose sue opere sono presenti nelle collezioni d'arte nei maggiori centri italiani ed in Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Inghilterra, Olanda, USA. Si trovano inoltre sue opere grafiche presso: Archivio della Biennale di Venezia, Biblioteca Nazionale di Roma, Biblioteca Nazionale di Firenze, Biblioteca Comunale di Ancona, Museo d'Arte Moderna di Roma, Museo d'Arte Moderna di Parigi, Museo d'Arte Moderna di Amsterdam, Archivio Arti Visive della Provincia di Ancona, Museo Civico "Salvi" di Sassoferrato, Museo Comunale dell'Informazione di Senigallia, Archivio della Quadriennale di Roma. Principali mostre: ha esposto a Milano, Napoli, Roma, Bologna, Firenze, Forli, Ancona, Siracusa, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Ferrara, Genova, Lecce, Corno, La Spezia, Civitavecchia, Venezia, Amsterdam, Parigi e Vienna. Artista invitato alla l "e3" Biennale d'Arte Città della Spezia. Bibliografia: Il Quadrato, 1976; Catalogo Nazionale d'Arte Moderna Bolaffi n. 12, 15 e 16; Ver Ars, Annuario di Attività Artistiche e Culturali C.i.a.c. 1977/78; Annuario Comanducci n. 5 e 8; Gli anni '601'70 della Pittura Italiana 1977; Guida dell' Arte Contemporanea Ed. Bugatti; "Linea Figurativa", Dizionario Nazionale degli Artisti Italiani; Repertorio Nazionale delle Arti Figurative 1978; XVI Volume d'Arte e Cultura; AMP International Catalogue of Modern Art; Annuario Arte Base n. 2; Catalogo Internazionale d'Arte Contemporanea a cura di Giorgio Seveso; 20 Artisti Contemporanei per gli Archivi della Serigrafia Italiana; L'Arte Italliana nella seconda metà del XX secolo: Tradizioni e Avanguardia; "Maestri d'Arte nel Secolo" Catalogo Internazionale d'Arte Moderna 1982; Mercato d'Arte Contemporanea n. 3 1982; "Scritti sull' Arte"

Carlo Franza 1983; I Grandi Capolavori nell' Arte Antica e Contemporanea, 1990; Guida agli Artisti Famosi nel Mondo 1990. Hanno scritto di lui: S. Addamo, B. Arcurio, M. A.ttanasio, G. Ara, P. Belluardi Montineri, L. Bruni, L. Carli, L. Cavallari, G. Caldini, M. Ceroni, G. Cherubini, G. Consoli, D. De Gregorio, R. De Martino, C. Dollo, A. Forti, C. Franza, S. Giannattasio, F. Grasso, V. Librando, L. Odierna, L. Ossani, R. Ricci, M. Rindi, G. Romiti, G. Servello, A. Sinacusano, P. Sfogli, G. Tuti, F. Torrisi, S. Ventisette. Il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, con decreto 2 giugno 1991, gli conferisce il Diploma di benemerenza "Medaglia d'Oro" dei benemeriti della Scuola, della Cultura e dell' Arte quale rico­noscimento alla sua attività educativa nella Scuola.

Sebastiano Addamo anni fa, scrivendo della pittura di Luigi Dugo, sottolineava alcune caratteristiche formali dell'artista, soprattutto evidenziando il mondo raffigurato da cui traspare il senso di una umanità triste e desolata. "Le case, le strade, i paesaggi appaiono privi di luce, eternamente anneriti e opachi. Allo stesso modo sono profilate le perife­rie; sono cieche, luoghi senz'anima, ruvide e inabilitabili.

Come se da ogni parte salga uno spavento, come se un terrore incombente penetri le cose e gli uomini. Perciò in Dugo gli spazi quasi sempre sono chiusi, circoscritti e limitati: non c'è alcun al di là da perseguire; nient'altro che una vita "data" che all'uomo è imposta e non può essere mutata. È vero che dell'uomo è la sua torva tenacia a essere in qual­che modo connotata; ma è una tenacia impotente, mentre ogni idillio appare sempre fuori da ogni possibilità, sempre oltre tutte le attese. Bisogna ricordarlo: il dialetto siciliano è una lingua che è priva del tempo futuro, come l'uomo sicilia­no -storicamente- manca di speranza. Luigi Dugo analizza una condizione: senza alcuna tentazione folkloristica, senza falsa pietà e senza manicheismi, bensì effettualmente e laicamente. La sua cifra continua ad essere quella di una rocciosità che plasticamente allude alla disperazione. Forse la spe­ranza rientra nei suoi propositi d'uomo; in ogni caso, non fa parte della sua realtà di artista".

Emerge dalle opere di Dugo il tono di una sottile melanconia, quasi la consapevole certezza della difficoltà dell'esi­stere, per cui ogni cosa è come segnata dall'ansia di una forma serrata, segnata, anche se espansa per fissare sul piano dell'espressione un mondo di idee e di suggestioni che sem­brano ruotare attorno ad una particolare filosofia della vita dura, difficile senza evasioni ne aperture.


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