Alternative
di memoria |
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edito
da: "All’insegna del pesce d’oro" Scheiwiller (1995)
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LE FORME DELLA POLVERE |
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7.
Come al mattino |
23. Quando il vento corre nero e sono i tuoi pensieri e la morte artigli il tempo e il massacro, allora cautamente risvegliare gli spettri ondeggianti riassumere il vecchio discorso l'ordine compatto delle cose cercare il dentro, ciò che è, l'involucro infine ben disteso lasciando fuori il vento nero che urla.
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(in margine) La zia canuta
La
mia scortese morte sta venendo
(ali
lucide e sghembe di sparviero
trapassato
dai roveti per crinali sgomenti
appena
visitati da fantasmi)
non
la (nicciana) morte che voglio
ma
l'altra oscura assorta morte che viene,
sarà
qui a momenti, a giorni, mia zia
dal
capo forforoso e canuto e l'occhio
vitreo,
certa,
anonima, puntuale
come
il gobbetto in affanno a portare
la
sanguinosa bibbia giornaliera
ridente
nel mattino per i quattro
soldi
da tirar la carretta.
Muoiono
di morte manigoldi, poeti
e
costruttori e bandiere, pensieri,
le
patrie già tradite,
gli
orsi villosi delle alpi, le volpi
razionali,
l'insetto del mattino
vorticoso,
l'intrappolata lucertola
dallo
sguardo d'orfano seviziato
(la
vecchiaia saggia del mondo
è
tale muro screpolato d'ossa ritorte
e
teschi, garruli sibilanti
nella
spinta del vento)
e
così dev'essere:
i
morti meritano quel che hanno.
Verrà,
l'anno verrà e il fulminato
mattino
infine che il tempo
laggiù
si fermi, forse nel tripudio
miracoloso
d'un'estate,
laggiù
nel nevicato tramonto senza luce.
Intreccerai
ghirlande e gai canestri
su
vecchi giacigli senza tempo,
porte
arrugginite rigemeranno
come
antri staffilati dalla furia
di
spaventate notti liquorose.
Sarà
tutto come dev'essere
mentre
la bianca araba zagara
urlerà
di gioia, esaltata dalle adolescenti colline per la gran piana assolata del Simeto. |
15. Tutto ormai noto: l'amore e lo scempio, le ferite, il pane e i vermi sinuosi come rimorsi, i treni senza meta volubili per la collina come lunatici, come soldati perduti dietro il loro pallore. Su e giù per corsie d'ospedali fendere lo spazioso tempio del crepuscolo senza luce i paradigmi ossuti e l'oscura mestizia della speranza. Dal treno scendono gai cadaveri con grida e bandiere ne cercano altri sotto il cielo rosso di rose rosse nella festa di rose rosse nella festa di tempie arrossate. Sotto il vento rose tempie e bandiere si tuffano tra l'erba bassa. Si sognano genesi e parabole in muti colloqui come preghiere.
E io per me. Per me lascio i miei dèi inetti e testardi brucio vecchie (e nuove) domande mi ristendo sotto l'opaca quercia della terra nella luna furiosa, per ritrovar soltanto (ma è tutto) un cane oscuro in cerca d'altri occhi.
27. Questi gai fratelli nel sangue. Questi gai fratelli strangolati girano la gran Ruota nel presagio di eventi già compiuti. L'origine è oltre la meta. Risvegliano cadaveri cui affidare il tempo - le parole
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Appunti di diario milanese |
Delle difficoltà di progettare un libro di poesie da scrivere |
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