LA METAFORA DIETRO A NOI |
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Spirali Edizioni - Milano 1980 |
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Nota dedicatoria
Ci sono libri che nascono per caso, sorprendendo alle spalle; imprevisti e imprevedibili, comunque irrepetibili. Questo libro è nato nell'accumulo - in una stagione - di intense letture di poesia e sulla poesia. Libro di ricerca e di ironia, ma anche risultato di strenue polemiche sull'essere, la natura, la realtà della poesia, con Maria Attanasio, che è poeta. Alla quale il libro, naturalmente, resta dedicato. S. A |
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Decenza Si catturano talora istanti come squali (collane per bare, si chiamano). E' che ancora non si sa morire con decenza col garbo che ci vuole per apprestarsi una vita esatta. Vivremo tracotanze d'ore fra dormitori e alberghi loschi alacremente respireremo i rochi odori della notte umana. |
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Silenzio Gelano i furori nelle nostre mani getteremo passi senza orme mancherà la voce per giudicare. Un giorno saremo pur chiamati. Tutti gli echi si spengono. Vivere così di quel silenzio vivere il silenzio la città abbarbicata sulla notte insonne. Ancora faremo in tempo a divenire superstiti. |
Ipotesi anteriori 1. Chiarezza impone, suggestività adombra. Nel- le terre del tramonto ambiguo è l'orizzonte della comprensione.
2. Ciechi ospiti vibrano mani in soggiorni precari. Precario è il tempo all'inizio d'altra storia. I mostri attendono sotto le viscere; occhi rotondi guardano dappertutto; uomini maledetti stri- sciano per muri di pietra. L'attesa è un'alba grigia e avventata. Sara poi festa fra gli ulivi nell'ora della grande verità.
3. I luoghi della svolta sono accidenti.
4. Forse solo l'assorta tristezza di facce che emer- gono da una buca di metro ci può ancora assi- curare della speranza.
5. Contemporaneità. Perché non sarebbe il luo- go per ogni anacronismo?
6. Presentimento non è profezia. Avide prefiche con palpebre pesanti guardano l'agonia. Si preparano al pianto per l'ora imminente. Vuote le stanze. Sulla città appena un volo nero di pipistrelli.
7. Rassicurati. La storia mette tutto in carico.
8. Breve vita isterilita nella calda trasparenza d'ambra crudeltà che scorre in cicli fatali. La storia è amara. Cauti roventi dilaniano il piccolo prigioniero. Chiuse e oscure le città come forti- lizi assediati. Solo un grido ti assolve: ma come cani che a notte si chiamano senza vedersi da lontananze di fame.
9. Facile il soggiorno nella terra dei morti. Dif- ficile raggiungere l'altra sponda.
10. Il futuro trema sulla linea dei pioppi. L'ordi- ne del declino è un fuoco immobile, l'immane silenzio d'un villaggio abbandonato dove solo parlottano striduli corvi.
11. Nell'ora più immobile della sera l'istante ci minaccia. Nel buio, foreste immobili, pietrifi- cate, assorte; la luce che viene dal monte è grigia, inquietante. Non c'è scampo. Solo un avvoltoio a rodere pietre di gelo.
12. L'uomo è origine e nulla. Il proprio senso, la sua assenza.
13. Un domicilio coatto nella trepida vigilanza dell'ora. Incredula l'attesa. Scuro neviscio per l'aria. Echi di suoni oltre la siepe. Nient'altro per la strada che bagliore d'occhi a guardia dei morti.
14. Ci sono insetti che si bruciano per troppa gioia di luce. E' la nostra età dell'oro. Così prossimi alla fine da non vederla.
15. Nel congedo del mondo la parola eventua lo spazio del sacro. Il dio del tuono e del sonno passa per città che già tremano. |
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